Skid Row Official Website
Skid Row Thick Skin Cover
Artist: Skid Row
Location: U.S.A.
Line-up: Rachel Bolan (bass, vocals), Scotti Hill (guitar, vocals), Phil Varone (drums), Snake (guitar, vocals), John Solinger (lead vocals)
Album: ThickSkin
Label & Pubblication Year: SPV, 2003
Tracklist: New Generation / Ghost / Swallow Me / Born A Beggar / Thick Skin / See You Around / Mouth of Voodoo / One Light / I Remember You Two / Lamb / Down From Underground / Hiddin A Wall
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Non posso nascondere di essere rimasta un po' interdetta quando ho ascoltato per la prima quest'ultima fatica targata Skid Row. Intanto consiglierei a Bolan e soci di cambiare nome, per evitare delusioni o malintesi: così sarebbe più facile per loro tagliare i ponti con tutto quello che vorrebbero lasciarsi alle spalle (compresa l'ingombrante figura dell'ex vocalist), e per chi li ascolta esprimere un giudizio il più obiettivo possibile. Infatti, le mie prime impressioni sarebbero state meno perplesse e forse più entusiastiche se non avessi saputo che si trattava di loro. Non ha molto senso mantenere un nome che inevitabilmente riporta alla mente un certo tipo di sound, arrangiamenti, vocalità e testi, quando in realtà ci si vorrebbe presentare diversamente. Chiunque li ami o ne abbia a malapena sentito parlare, sarebbe meglio che dimenticasse di avere a che fare con la band di "Skid Row" e "Slave To The Grind", perché questo Thick Skin è un'altra cosa. Era immaginabile che la doppia defezione di Sebastian Bach alla voce e di Rob Affuso alle percussioni (rispettivamente rimpiazzati da John Solinger e Phil Varone, quest'ultimo proveniente dai Saigon Kick) avrebbe cambiato le cose, ma forse il salto da quei due albums, vere e proprie perle, uscite rispettivamente nel '89 e nel '92, all'attuale del 2003 è davvero troppo lungo. Lo sarebbe già meno se si considerasse Subhuman Race ('94), ultimo per altro discutibile lavoro firmato dalla line-up originale, a cui però, songs come "Swallow Me" e "Lamb" sembrano attingere. E' vero pure che il nome Skid Row è una garanzia, ma è ancora più vero che raccogliere l'eredità lasciata da un frontman come Bach era un lavoro sporco, che qualcuno doveva pur fare, e, a proposito, trovo che il texano Solinger sia perfetto per il genere che la band attualmente propone. Ma qui viene il bello: cosa sono diventati gli Skid Row adesso? Una rock'n'roll band con sfumature punk? Un cosiddetto cross over che vuol dire tutto e niente? Non saprei, ma ho avuto come la strana sensazione che alcune tracce avessero un non so che di già sentito. L'intro di "New Generation", la base ritmica, l'attacco delle chitarre, le parti di basso e il ruggito del nuovo lead singer fanno quasi venire in mente i Marilyn Manson di "The Beautiful People" o di "Disposable Teens" almeno per le strofe, mentre il ritornello, molto "catchy" è facile da ricordare e canticchiare. Per quanto riguarda i pezzi più lenti, mi duole ammettere che hanno perso lo smalto delle struggenti vecchie ballads, rivelando a tratti un rock talmente "light", da scadere quasi nel pop. Eppure mentre li ascolto la mia mente viaggia libera, segno che le nuove sonorità potrebbero essere un'ottima soundtrack per chi si lascia trasportare tra i meandri dei pensieri, e così, ad un tratto, mi pare che anche "Ghost" abbia un gusto già assaporato, forse di un pezzo dei Goo Goo Dolls…L'album è comunque gradevole, e dopo più di un ascolto rischia di piacere davvero, ma la sensazione di confusione iniziale potrebbe essere l'effetto collaterale più comunemente riscontrabile tra gli estimatori della storica formazione. Ai fans mancheranno certamente gli acuti di Bas (in un'epoca in cui il protools non era ancora quella meraviglia della tecnologia che oggi permette a qualunque ugola di profondersi in virtuosismi inimmaginabili) o gli splendidi assolo dei cavalieri delle sei corde Snake e Hill (che facevano venire i brividi specie in "18 And Life", "In A Darkned Room" o "Wasted Time") nonché l'ironia dei testi e l'impatto di pezzi come "Here I Am", "Rattle Snake Shake" o "Sweet Little Sister", e, soprattutto, dell'indimenticabile "Get The Fuck Out". Ma il passato è ormai andato, e credo che gli attuali Skids vogliano insistere proprio su questo, non lo rinnegano, e del resto perché dovrebbero, infatti si sono divertiti a coverizzare la mitica ballad "I Remember You", riarrangiandola in uno spiazzante e tuttavia divertente veste punk! Questo è ormai il tempo delle già citate "New Generation" (che sembra la naturale prosecuzione del discorso intrapreso con "Youth Gone Wild": "We're all part of a new generation/ sold our souls to the next temptation/ lead us not to our own damnation", e funziona perfettamente come potentissima apertura), di "Ghost" e "Swallow Me", della più easy e cantabile "Born A Beggar", di " See You Around" (che potrebbe perfino sembrare un singolo dei The Calling!) di "One Light", ballata in stile Bon Jovi targato These Days, specie nel refrain, ed ovviamente, di "Thick Skin" (che, pur essendo la title track, mi sembra meno trainante di altre) la metafora tramite la quale i cinque rockers vorrebbero confermare che loro la pelle dura ce l'hanno davvero, dimostrandolo tentando di gettare le basi per un futuro luminoso almeno quanto il loro passato.

Recensione Realizzata da Margherita Realmonte.

Vote: 6,5